Gastroenterologia Xagena
Xagena Mappa
Xagena Newsletter
OncologiaMedica.net

Cancro del esofago: Cetuximab associato a chemioradioterapia non aumenta la sopravvivenza


Cetuximab ( Erbitux ) in aggiunta al trattamento chemioradioterapico non migliora la sopravvivenza dei pazienti con cancro esofageo.
I pazienti trattati con Cetuximab e chemioradioterapia hanno presentato una minore sopravvivenza generale, rispetto ai pazienti trattati con la sola chemioradioterapia.

Cetuximab è un anticorpo monoclonale chimerico IgG1 specificamente diretto contro il recettore per il fattore di crescita epidermico ( EGFR ).

Studi randomizzati hanno mostrato che la chemioradioterapia definitiva ( o primaria ) migliora la sopravvivenza nel tumore dell’esofago localizzato, rispetto a una singola modalità di trattamento.

La terapia add-in con Cetuximab ha migliorato gli esiti in altri tipi di tumore, in particolare del testa-collo e del tumore del colon-retto.
Ciò ha fornito una spiegazione razionale per valutare l'aggiunta di Cetuximab alla radioterapia primaria per il carcinoma esofageo localizzato.

Nello studio di Crosby T e colleghi sono stati arruolati pazienti con tumore del esofago localizzato, di dimensioni inferiori ai 10 cm.
Sono stati esclusi i pazienti con coinvolgimento linfonodale in sede celiaca.

I pazienti sono stati sottoposti a chemioterapia basata su Cisplatino e Capecitabina con o senza Cetuximab.
Dopo 6 settimane di trattamento chemioterapico i pazienti sono stati sottoposti a radioterapia conformale definitiva a una dose totale di 50 Gy in 25 frazioni.

Lo studio consisteva di due fasi. Nel prima fase, l’endpoint primario era rappresentato dalla sopravvivenza libera da fallimento della terapia, definita come essere in vita a 6 mesi senza tumore residuale all’esame bioptico e nessuna evidenza di progressione.
Gli endpoint secondari consistevano in tossicità, qualità di vita e sopravvivenza generale, e fattibilità dell’arruolamento.

Hanno preso parte alla prima fase 180 pazienti, mentre era previsto l’arruolamento di 420 pazienti nella seconda fase, che aveva come endpoint principale la sopravvivenza generale.

Poiché i risultati della prima fase non erano positivi l’arruolamento nella seconda fase è stato annullato.

Il trattamento e il follow-up sono continuati con i pazienti arruolati; l’analisi finale ha incluso 258 pazienti che hanno completato la valutazione dello stato di malattia a 6 mesi.

Nei pazienti sottoposti a chemioradioterapia senza aggiunta di Cetuximab, la sopravvivenza libera da fallimento terapeutico, è stata del 77% contro il 66% dei pazienti che hanno anche ricevuto Cetuximab.
Tutti gli outcome di sopravvivenza sono risultati a favore del solo trattamento chemioradioterapico.

La sopravvivenza mediana globale è stata di 25.4 mesi nel gruppo chemioradioterapia contro 22.1 mesi nel gruppo con aggiunta di Cetuximab; la sopravvivenza a 2 anni è stata, rispettivamente, del 56% e del 43.1%; la sopravvivenza mediana libera da progressione è stata, rispettivamente, pari a 19.4 mesi e 15.9 mesi.

L’analisi ha mostrato una sensibile differenza nella sopravvivenza mediana globale tra i pazienti che hanno raggiunto l’obiettivo di sopravvivenza libera da fallimento terapeutico a 6 mesi e quelli che non l’hanno raggiunto: 26.7 versus 8.3 mesi.
Nel confronto tra i due bracci riguardo alla sopravvivenza globale, l’hazard ratio ( HR ) è stato pari a 1.53 per il gruppo Cetuximab rispetto al gruppo sola radiochemioterapia ( P=0.035 ).

L’incidenza di eventi avversi di grado 3-5 nel braccio Cetuxumab è stata dell’81.4%, contro il 72.9% nel braccio sola chemioradioterapia.
E’ stato riscontrato un aumento della tossicità dermatologica ( 21.7% vs 3.9%, P maggiore di 0.01 ) e della tossicità metabolica / biochimica ( 24.0% vs 10.9%, P=0.005 ) nel braccio Cetuximab.
Inoltre, l’analisi ha rivelato un trend verso più eventi avversi cardiaci nel gruppo Cetuximab ( 6.2% vs 1.6%, P=0.053 ).

L’aggiunta di Cetuximab ha inoltre avuto un effetto negativo sulla aderenza alla terapia. I pazienti nel braccio Cetuximab avevano una minore probabilità di ricevere una dose piena di Cisplatino ( 76.7% vs 89.9%, P=0.005 ), di Capecitabina ( 69.0% vs 85.3%, P=0.002 ) e di radioterapia ( 75.2% vs 86.0%, P=0.027 ).
Quasi un terzo dei pazienti non ha ricevuto la dose prescritta di Cetuximab. ( Xagena2013 )

Fonte: Gastrointestinal Cancers Symposium, 2013


Onco2013 Gastro2013 Farma2013


Indietro