Gastrobase.it
Xagena Mappa
Gastroenterologia Xagena
Xagena Newsletter

Carcinoma gastrico e carcinoma della giunzione gastroesofagea in fase avanzata con alta espressione PD-L1: Pembrolizumab in prima linea più efficace della chemioterapia


Lo studio clinico randomizzato di fase III KEYNOTE-062 ha raggiunto il suo endpoint primario, dimostrando che per i pazienti con carcinoma gastrico o carcinoma della giunzione gastroesofagea ( G/GEJ ), PD-L1-positivo, HER2-negativo, avanzato, la terapia iniziale con Pembrolizumab ( Keytruda ) è risultata associata a una sopravvivenza globale comparabile ( non-inferiore ) alla chemioterapia standard.
Inoltre, Pembrolizumab ha mostrato un miglioramento clinicamente significativo della sopravvivenza globale tra i pazienti con tumori che presentavano alti livelli di espressione di PD-L1.
A 2 anni, il 39% dei pazienti ( tutti con alti livelli di PD-L1 ) che avevano ricevuto il solo Pembrolizumab erano vivi, rispetto al 22% delle persone sottoposte a chemioterapia standard.

Lo studio ha anche valutato il trattamento combinato Pembrolizumab e chemioterapia standard; è stato riscontrato che questo regime non ha migliorato la sopravvivenza rispetto alla sola chemioterapia.

Lo studio ha arruolato 763 pazienti di età media 62 anni; il 26% era stato sottoposto a un precedente intervento di chirurgia gastrica per rimuovere il tumore.
In totale, il 69% aveva un cancro gastrico e il 30% aveva un cancro alla giunzione gastroesofagea.

Gli sperimentatori si sono concentrati solo sui tumori HER2-negativi, che hanno dimostrato nel corso degli studi una maggiore probabilità di recidiva dopo il trattamento.

L'espressione di PD-L1 è stata valutata tramite CPS ( punteggio positivo combinato ).
Precedenti studi sui tumori gastrici e della giunzione gastroesofagea hanno dimostrato che i pazienti con un PD-L1 CPS di 1 o maggiore possono trarre beneficio da Pembrolizumab, mentre un PD-L1 CPS di 10 o superiore indica una maggiore probabilità di beneficio.
Nello studio in corso, tutti i pazienti avevano un PD-L1 CPS di 1 o superiore e 281 ( 37% degli arruolati ) avevano un punteggio di 10 o maggiore.

I pazienti sono stati assegnati in modo casuale, in numero uguale, a ricevere una delle tre opzioni di trattamento come terapia iniziale: Pembrolizumab per via endovenosa, Pembrolizumab e chemioterapia oppure chemioterapia più placebo.

I pazienti sono stati seguiti per una mediana di 11.3 mesi.

A) Trattamento con Pembrolizumab da solo

Lo studio ha raggiunto l'endpoint primario, dimostrando che la sopravvivenza globale per Pembrolizumab era non-inferiore alla chemioterapia standard.
Un risultato di sopravvivenza favorevole è stato osservato tra pazienti arruolati con PD-L1 CPS di 10 o superiore.
E' stato osservato che nei pazienti con PD-L1 CPS di 1 o valore maggiore, la sopravvivenza era non-inferiore alla chemioterapia [ hazard ratio, HR = 0.91 ]: la sopravvivenza globale mediana è stata di 10.6 mesi per quelli trattati con Pembrolizumab rispetto a 11.1 mesi per quelli chi hanno ricevuto la chemioterapia.
Per i pazienti con PD-L1 CPS 10 o superiore, la sopravvivenza con Pembrolizumab è risultata superiore alla chemioterapia [ HR = 0.69 ]: la sopravvivenza globale mediana è stata di 17.4 mesi per quelli trattati con Pembrolizumab rispetto a 10.8 mesi per quelli trattati con chemioterapia.
Dopo 2 anni, il 39% delle persone che assumevano Pembrolizumab era vivo rispetto al 22% di coloro che assumevano la chemioterapia.

B) Trattamento con Pembrolizumab e chemioterapia

La sopravvivenza globale e la sopravvivenza libera da progressione ( tempo fino a progressione della malattia ), indipendentemente dal punteggio CPS, per il trattamento della combinazione di Pembrolizumab e chemioterapia era paragonabile a quella della sola chemioterapia.

I tassi di gravi effetti indesiderati erano più bassi tra i pazienti trattati con il solo Pembrolizumab. Eventi avversi correlati al trattamento di grado 3 o superiore sono stati riscontrati nel 17% dei pazienti trattati con Pembrolizumab, nel 73% dei pazienti trattati con Pembrolizumab e nella chemioterapia e nel 69% dei pazienti sottoposti a chemioterapia.
Gli eventi avversi più comuni sono stati nausea e stanchezza.
Il profilo di sicurezza di Pembrolizumab era coerente con precedenti esperienze.

Lo studio ha arruolato il 58% dei pazienti dal Nord America, Europa e Australia; il 25% dall'Asia; e il 17% da altre Regioni del mondo.
Studi precedenti basati sulla popolazione hanno dimostrato che le persone provenienti dall'Asia di solito hanno tassi di sopravvivenza migliori per i tumori gastrici e della giunzione e gastroesofagea, hanno una minore quantità di tumore e una più lenta progressione della malattia. ( Xagena2019 )

Fonte: American Society of Clinical Oncology ( ASCO ) Annual Meeting, 2019

Onco2019 Gastro2019 Farma2019


Indietro