Gli inibitori della pompa protonica ( PPI ) possono interferire con l’assorbimento del calcio mediante induzione dell’ipocloridria e possono anche ridurre il riassorbimento osseo attraverso l’inibizione delle pompe protoniche vacuolari osteoclastiche.
L’obiettivo di uno studio condotto da Ricercatori dell’University of Pennsylvania è stato quello di determinare l’associazione tra terapia con inibitori della pompa protonica e rischio di frattura dell’anca.
E’ stato utilizzato il General Practice Research Database ( 1987-2003 ) che contiene informazioni sui pazienti della Gran Bretagna.
Lo studio ha riguardato soggetti di età superiore ai 50 anni, di cui 13.556 che avevano avuto la frattura dell’anca e 135.386 controlli.
L’odds ratio ( OR ) aggiustato per la frattura dell’anca associata all’impiego per più di 1 anno di inibitori della pompa protonica è stato 1.44.
Il rischio di frattura dell’anca è risultato significativamente aumentato tra i pazienti a cui erano stati prescritti alti dosaggi di inibitori della pompa protonica per lungo periodo ( OR aggiustato = 2.65; p < 0.001 ).
L’associazione era più forte con l’aumentare della durata della terapia con inibitori della pompa protonica ( OR aggiustato per 1 anno: 1.22; 2 anni: 1.41; 3 anni: 1.54 e 4 anni: 1.59 ) ( p < 0.001 per tutti i confronti ).
I risultati dello studio hanno mostrato che la terapia di lungo periodo con inibitori della pompa protonica ad alti dosaggi è associata ad un aumentato rischio di frattura dell’anca. ( Xagena2006 )
Yang Y-X et al, JAMA 2006 ; 296 : 2947-2953
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