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L’FDA ha approvato Remicade per il trattamento della colite ulcerosa


L’FDA ha approvato Remicade ( Infliximab ) nel trattamento della colite ulcerosa, forma moderata-grave.

Negli Usa il farmaco è già stato approvato nel trattamento dell’artrite reumatoide e dell’artrite psoriasica, nella malattia di Crohn e nella spondilite anchilosante.

L’approvazione è avvenuta grazie ai risultati degli studi clinici ACT1 e ACT2.

ACT1 e ACT2, due studi clinici di fase III, hanno mostrato che i pazienti trattati con Infliximab, somministrato ai dosaggi di 5 mg/kg o di 10 mg/kg, hanno raggiunto gli endpoint primari e secondari, predefiniti.

Il 62-69% dei pazienti trattati con Infliximab ha mostrato significativi miglioramenti nella sintomatologia all’8.a settimana, con risultati simili per entrambi i dosaggi.

L’end point primario era rappresentato da una risposta clinica all’ 8.a settimana, definita come una riduzione dal basale del punteggio Mayo del 30% e di 3 punti e da una riduzione di 1 del sottopunteggio di sanguinamento rettale oppure un sottogruppo di 0 oppure 1 di sanguinamento rettale all’ottava settimana.

L’endpoint secondario comprendeva una risposta clinica alla 30.a settimana, remissione clinica all’8.a e alla 30.a settimana e guarigione della mucosa all’8.a settimana.

Per ciascun studio clinico, sono stati arruolati 364 pazienti con colite ulcerosa attiva, che non avevano risposto ad almeno ad una terapia standard ( corticosteroidi, immunosoppressori, 5-ASA ).

I pazienti arruolati negli studi ACT1 e ACT2 presentavano evidenza endoscopica di forma moderata-grave di colite ulcerosa ( punteggio Mayo totale di 6 a 12 ) ed un punteggio endoscopico superiore a 2.

I pazienti sono stati assegnati in modo random a placebo o ad Infliximab 5 mg/kg o 10 mg/kg.

I pazienti dello studio ACT1 hanno ricevuto il trattamento alle settimane 0, 2 e 6 e poi ogni 8 settimane fino alla 46.a, con esame finale alla 54.a settimana.

I pazienti dello studio ACT2 hanno invece ricevuto il trattamento alle settimane 0, 2 e 6 e poi ogni 8 settimane fino alla 22.a con esame finale alla 30.a settimana.


In ACT1, una più alta percentuale dei pazienti che ha ricevuto Infliximab 5 mg/kg ( 69% ) e 10 mg/kg ( 62% ), ha raggiunto una risposta clinica alla 8.a settimana contro il 37% dei pazienti trattati con placebo ( p < 0,001 per entrambi ).

Inoltre, alla 30.a settimana, il 52% dei pazienti del gruppo 5 mg/kg ed il 51% di quelli del gruppo 10 mg/kg hanno presentato una risposta clinica contro il 30% dei pazienti trattati con placebo ( p < 0,001 e p = 0,002, rispettivamente ).

All’8.a settimana il 39% ed il 32% dei pazienti trattati con Infliximab 5 mg/kg e 10 mg/kg, rispettivamente, erano in remissione clinica rispetto al 15% dei pazienti trattati con placebo ( p < 0,001 e p = 0,002 ).

Queste differenze nella percentuale di remissione è persistita alla 30.a settimana ( 34%, 5 mg/kg; 37%, 10 mg/kg versus 16%, placebo; p = 0,001 e p < 0,001 ).

La guarigione a livello della mucosa è stata raggiunta all’8.a settimana nel 62% e nel 59% dei pazienti che hanno ricevuto Infliximab 5 mg/kg e 10 mg/kg, rispettivamente, contro il 34% dei pazienti trattati con placebo ( p < 0,002 ).

Questa differenza nella guarigione della mucosa è stata mantenuta alla 30.a settimana ( 50%, 5 mg/kg; 49%, 10 mg/kg versus 25%, placebo; p < 0,001 per entrambi ).

La proporzione dei pazienti che erano in grado di sospendere il trattamento con corticosteroidi mentre erano in remissione clinica alla 30.a settimana, è risultata più grande tra i pazienti trattati con Infliximab rispetto al gruppo placebo ( 24%, 5 mg/kg; 19% 10 mg/kg; 10% placebo; p = 0,03 e p = 0,125, rispettivamente ).


Nello studio ACT2, una più alta percentuale di pazienti che hanno ricevuto Infliximab 5 mg/kg ( 65% ) e 10 mg/kg ( 69% ) hanno presentato una risposta clinica all’8.a settimana contro il 29% di coloro che hanno ricevuto il placebo ( p < 0,001 per entrambi ).

Alla 30.a settimana, il 47% dei pazienti trattati con Infliximab 5 mg/kg ed il 60% dei pazienti del gruppo 10 mg/kg ha raggiunto una risposta clinica rispetto al 26% dei pazienti trattati con placebo ( p < 0,001 per entrambi ).

La remissione clinica è stata raggiunta all’8.a settimana nel 34% e nel 28% dei pazienti trattati con Infliximab 5 mg/kg e 10 mg/kg, rispettivamente, rispetto al 6% dei pazienti trattati con placebo ( p < 0,001 ).

All’ottava settimana, la guarigione della mucosa si è avuta nel 60% e nel 62% dei pazienti trattati con Infliximab 5 mg/kg e 10 mg/kg, rispettivamente, rispetto al 31% dei pazienti trattati con placebo ( p < 0,001 per entrambi ).

Alla 30.a settimana, la percentuale dei pazienti del gruppo mucosa è stata del 46% e del 57%, rispettivamente, contro il 30% dei pazienti trattati con placebo ( p = 0,009 e p < 0,001 ).

La proporzione dei pazienti che hanno interrotto l’assunzione dei corticosteroidi mentre erano in remissione clinica alla 30.a settimana è risultata più grande nei gruppi Remicade ( 18%, 5 mg/kg; 27%, 10 mg/kg; 3%, placebo; p = 0,010 e p < 0,001, rispettivamente ).


Infliximab è un anticorpo chimerico ( umano-murino ) monoclonale, che si lega con alta affinità sia alla forma solubile che a quella transmembrana del TNF-alfa.
Pertanto Infliximab inibisce l’attività del Tumor Necrosis Factor ( TNF )-alfa.

Le persone con scompenso cardiaco non dovrebbero assumere Remicade perché il farmaco può provocare un peggioramento dei sintomi.

Ci sono state segnalazioni di gravi infezioni, tra cui tubercolosi, sepsi, polmonite nei pazienti trattati con Infliximab. Alcune di queste infezioni sono risultate fatali.
I soggetti con tubercolosi latente prima di iniziare il trattamento con Remicade dovrebbero essere trattati per l’infezione.

Sono stati segnalati rari casi di grave danno epatico nelle persone che hanno ricevuto Remicade; alcuni di questi casi sono risultati fatali.

L’incidenza di linfoma nei pazienti sottoposti a terapia con Remicade, o con altri inibitori del TNF, è maggiore rispetto alla popolazione generale.( Xagena2005 )

Fonte: Centocor, 2005

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