Gli inibitori dell’angiogenesi sono stati sviluppati per bloccare l’angiogenesi tumorale e hanno come bersaglio le cellule endoteliali vascolari.
Mentre alcuni di questi farmaci sono stati approvati dalle autorità sanitarie e sono stati inseriti con successonei regimi terapeutici, molti altri sono ancora in fase di sviluppo e il valore clinico di questo approccio deve ancora essere stabilito.
E’ stata valutata l’efficacia e la tossicità delle terapie a bersaglio anti-angiogeniche in aggiunta alla chemioterapia nei pazienti con tumore colorettale metastatico.
Gli end point primari erano la sopravvivenza libera da progressione e quella generale, mentre gli esiti secondari erano i tassi di risposta, la tossicità e l’asportazione chirurgica secondaria.
Sono stati analizzati i confronti tra chemioterapia di prima linea in combinazione con inibitori dell’angiogenesi e stessa chemioterapia senza inibitori dell’angiogenesi, e chemioterapia di seconda linea con stessa chemioterapia senza inibitori dell’angiogenesi.
Sono stati individuati studi con trattamenti di prima linea con Bevacizumab ( Avastin; 5 studi, 3.101 pazienti ) e Vatalanib ( 1 studio; 1.168 pazienti ).
L’hazard ratio ( HR ) per la sopravvivenza libera da progressione ( HR=0.61 ) e per la sopravvivenza generale ( HR=0.81 ) per il confronto di chemioterapia di prima linea con o senza Bevacizumab, ha confermato i benefici significativi a favore dei pazienti trattati con Bevacizumab.
Tuttavia, l’effetto sulla sopravvivenza libera da progressione ha mostrato una significativa eterogeneità.
Per la chemioterapia di seconda linea con o senza Bevacizumab, un beneficio sia nella sopravvivenza libera da progressione ( HR=0.61 ) sia in quella generale ( HR=0.75 ) è stato dimostrato in un solo studio randomizzato.
Mentre le differenze nei decessi correlati al trattamento e nella mortalità a 60 giorni non sono risultate significative, nei pazienti trattati con Bevacizumab è stata osservata una maggiore incidenza di ipertensione di grado III/IV, eventi arteriosi tromboembolici e perforazioni gastrointestinali.
Per quanto riguarda Valatanib, i dati attualmente disponibili mostrano un beneficio non-significativo nella sopravvivenza libera da progressione e in quella generale.
In conclusione, l’aggiunta di Bevacizumab alla chemioterapia del tumore colorettale metastatico prolunga sia la sopravvivenza libera da progressione sia quella generale nella terapia di prima e di seconda linea. ( Xagena2009 )
Wagner AD et al, Cochrane Database Syst Rev 2009; (3): CD005392
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