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Varici esofagee sanguinanti come terapia adiuvante con il bendaggio endoscopico: Terlipressina efficace quanto Octreotide


Sono disponibili pochi dati sul confronto diretto tra l’efficacia della Terlipressina ( Glipressina ) e dell’Octreotide ( Sandostatin ) come terapia adiuvante nella gestione endoscopica del sanguinamento delle varici.

Ricercatori pakistani hanno condotto uno studio con l’obiettivo di confrontare l’efficacia e la sicurezza dei due farmaci nei pazienti con sanguinamento delle varici esofagee.

I pazienti cirrotici con sanguinamento delle varici esofagee sono stati randomizzati al momento del ricovero a ricevere Terlipressina ( gruppo A ) o Octreotide ( gruppo B ) con placebo nell’altro ramo in doppio cieco.

La misura di efficacia di Terlipressina e Octreotide era rappresentata dal controllo dell’emorragia variceale e sono stati inoltre valutati fattori predittivi della durata della permanenza ospedaliera.

Sono stati arruolati nello studio 324 pazienti; 163 nel gruppo Terlipressina ( gruppo A ) e 161 nel gruppo Octreotide ( gruppo B ).

Le caratteristiche basali dei 2 gruppi sono risultate comparabili per età, genere, eziologia della cirrosi, emoglobina alla presentazione e classe di Child-Pugh, con la sola eccezione del fatto che il sanguinamento attivo è stato osservato durante l’endoscopia del tratto gastrointestinale superiore al momento dell’arruolamento in 26 ( 16% ) e 41 ( 25.5% ) pazienti, rispettivamente, nei gruppi A e B ( P=0.034 ).

In generale, 16 pazienti sono deceduti ( 3 per insuccessi nel controllo del sanguinamento e 13 per cause diverse dal sanguinamento delle varici ); 9 nel gruppo A ( 5.5% ) e 7 ( 4.3% ) nel gruppo B ( P=0.626 ).

All’analisi intention to treat, il controllo del sanguinamento delle varici è stato osservato in 305 pazienti ( 94.13% ); 151 ( 92.63% ) nel gruppo A e 154 ( 95.6% ) nel gruppo B.

Le trasfusioni di cellule nel gruppo A sono state di 3.7 unità, mentre nel gruppo B di 3.9 unità ( P=0.273 ).

La durata della permanenza in ospedale per il gruppo A e il gruppo B è stata, in media, rispettivamente, di 108.40 e 126.39 ore ( P minore o uguale a 0.001 ).

Non sono stati osservati effetti collaterali cardiovascolari nei gruppi.

Alta frequenza del polso, bassi livelli di emoglobina, prolungato tempo di protrombina, sangue nell’aspirato nasogastrico ed encefalopatia portosistemica sono risultati predittori di una più lunga permanenza in ospedale.

In conclusione, l’efficacia della Terlipressina non è inferiore a quella dell’Octreotide come terapia adiuvante nel controllo del sanguinamento delle varici esofagee e nella sopravvivenza ospedaliera.
La durata della permanenza in ospedale nel gruppo Terlipressina è risultata significativamente più breve, ma senza importanza clinica.
Predittori di una maggiore permanenza in ospedale erano: l’emoglobina bassa, l’alta frequenza cardiaca, il tempo di protrombina prolungato, il sangue nell’aspirato naso-gastrico e l’encefalopatia portosistemica. ( Xagena2009 )

Abid S et al, Am J Gastroenterol 2009; 104: 617-623

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